Sicurezza sul lavoro: chi si infortuna, va punito?

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Sicurezza sul lavoro: chi si infortuna, va punito?

Alcune imprese decidono di sanzionare il lavoratore che si è infortunato.

Per infortunio sul lavoro si intende ogni lesione originata, in occasione di lavoro, da causa violenta che determini la morte della persona o ne menomi parzialmente o totalmente la capacità lavorativa. Gli elementi integranti l'infortunio sul lavoro sono:

  • la lesione
  • la causa violenta
  • l'occasione di lavoro

Alcune imprese decidono di sanzionare il lavoratore che si è infortunato.

Ci si chiede se tale prassi possa considerarsi utile o meno ad evitare il reiterarsi del comportamento che ha originato il danno.

Di norma un infortunio è per sua natura doloroso, immediato e certo, rappresentando di per sé già una punizione efficace.

Può tornare utile applicare anche una sanzione disciplinare aggiuntiva?

Una sanzione erogata in ambito lavorativo, rispettosa del contratto, dello statuto dei lavoratori (Legge 300/1970) e del modello D.lgs 231/01, non risulta essere immediata, quindi meno efficace a ridurre la probabilità futura di un comportamento a rischio.

La sanzione in ambito sicurezza e salute sul lavoro di cui al D.lgs 231/01 deriva dall’art 30 del D.lgs 81/08 e cita: “Il modello organizzativo deve in ogni caso prevedere un sistema disciplinare idoneo a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel modello.”

La logica sanzionatoria del modello 231/01 risulta lineare: esistono delle procedure e chi non le rispetta deve essere sanzionato.

Di prassi il livello della sanzione (rimprovero scritto, sospensione della retribuzione, licenziamento disciplinare senza preavviso) dipende dal principio di proporzionalità che segue i seguenti parametri:

  • ­   gravità della violazione
  • ­   gravità delle possibili conseguenze
  • ­   intenzionalità del comportamento
  • ­   grado di negligenza, imprudenza o imperizia con riguardo alla prevedibilità dell’evento.
  • ­   eventuale reiterazione della violazione
  • ­   mansioni svolte dal lavoratore
  • ­   posizione funzionale delle persone coinvolte nei fatti costituenti la mancanza

 

I suddetti parametri dipendono dalle indagini che seguono l’infortunio. Tali indagini possono svolgersi velocemente, ma molto spesso l’analisi dell’infortunio stesso non è lineare come si vorrebbe, poiché le violazioni delle regole avvengono nel tentativo, in buona fede, del lavoratore di non danneggiare la produzione/produttività, talvolta anche a costo della propria vita.

Si tratta di un comportamento tipico di un contesto culturale in cui la produttività ha la precedenza su tutto.

Cercare di comprendere, quindi, la motivazione che ha generato un determinato comportamento errato, può essere più utile per fare in modo che lo stesso non venga attuato nuovamente o da altri lavoratori.

 

Ciò premesso, non si vuole demonizzare la punizione a svantaggio del lavoratore infortunato, poiché, nelle situazioni di elevato rischio con comportamenti recidivi, è corretto che i lavoratori siano consapevoli dell’inaccettabilità di alcuni comportamenti, la cui conseguenza può anche portare alla risoluzione del rapporto di lavoro.

I comportamenti inaccettabili per la sicurezza e salute a livello internazionale sono chiamati Safety Absolute o Life Saving rules, e sono comunicati in modo esplicito e ridondante dalla direzione aziendale.  Di solito riguardano situazioni ad alto rischio quali i lavori in quota, gli spazi confinati, i lavori elettrici, la rimozione di protezioni di macchine, etc.

 

Il suggerimento, in ogni caso, è di non attendere l’infortunio per procedere con le sanzioni nei confronti dei lavoratori che hanno una bassa considerazione delle regole relative al rispetto della sicurezza aziendale, ma, di fronte ai comportamenti gravi, come quelli elencati nel Decreto Legge  21 ottobre 2021 n.146, agire con richiami scritti e prevedere nel Regolamento Aziendale interventi e procedure specifiche.

 

Anche se consapevoli del fatto che il sistema punitivo può avere effetti collaterali, quali risposte eccessive per autodifesa, aumento dello stress lavoro correlato, insubordinazione, non è consigliabile eccedere nell’uso di tale sistema, ma lavorare sulla cultura della sicurezza in aziende facendosi promotori di una maggiore e sentita attenzione e partecipazione al tema.

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