Smartphone aziendali: la checklist operativa per gestirli a prova di GDPR

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Smartphone aziendali: la checklist operativa per gestirli a prova di GDPR

Gli strumenti aziendali sono sempre più digitali: vantaggio funzionale di certo ma occorre attenzionare gli aspetti privacy per non trasformare il “guadagno” in un “costo”.

In più occasioni il Garante per la protezione dei dati personali si è pronunciato in merito alla corretta gestione dei device aziendali e del relativo accesso al loro contenuto. Come sappiamo, il contenuto dei dispositivi mobili aziendali è ricco di dati personali che, per loro stessa natura, impongono l’imprenditore (ogni imprenditore) ad applicare le tutele previste dal GDPR.

La materia non è ostica, occorre conoscere i punti delicati così da poterli attenzionare e normare in modo corretto. Le pronunce del Garante ci suggeriscono alcuni errori da non commettere e dai quali si può estrapolare un decalogo del non fare, che si intreccia, inoltre, con quanto previsto dallo Statuto dei Lavoratori e la normativa specifica del controllo a distanza dei lavoratori. Esaminiamolo.

Durante gli anni di indagini svolte dal Garante le irregolarità più ricorrenti si possono così riassumere:

  • La società sanzionata non aveva informato i lavoratori sulle modalità e finalità di utilizzo degli strumenti elettronici in dotazione, né su quelle relative ad eventuali verifiche;
  • Il sistema era stato configurato in modo da conservare copia di tutta la corrispondenza per dieci anni, un tempo non proporzionato allo scopo della raccolta;
  • La società sanzionata prevedeva una procedura che consentiva alla società di accedere al contenuto dei messaggi che, in linea con la policy aziendale, potevano avere anche carattere privato;
  • Il titolare poteva accedere, non solo per attività di manutenzione, alle informazioni contenute negli smartphone in dotazione ai dipendenti (anche private e non attinenti allo svolgimento dell’attività lavorativa), di copiarle o cancellarle, di comunicarle a terzi violando i principi di liceità, necessità, pertinenza e non eccedenza del trattamento.

La check-list degli adempimenti per lavorare privacy compliant:

  • Redigere una policy interna di gestione dei device affidati ai dipendenti (con le modalità di accesso da parte del Titolare, tempi di conservazione delle informazioni trattate con i device, destinazione d’uso – possibilmente non promiscua – dei device, ecc.);
  • Effettuare una valutazione di impatto privacy sull’utilizzo dei device;
  • Organizzare sessioni di istruzione e formazione del dipendente;
  • Revisionare l’atto di autorizzazione al trattamento;
  • Revisionare il manuale della sicurezza ad uso degli autorizzati;
  • revisione/integrazione del registro dei trattamenti;
  • aggiornare il codice disciplinare;
  • integrare le informative dipendenti;
  • far sottoscrivere un verbale di consegna/utilizzo del dispositivo e impegno al rispetto delle condizioni di uso prescritte.

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